Paesaggio: costruito e natura

After London

Vedi: Richard Jeffreys, After London

Sublime

Intendiamo qui Sublime nella sua accezione lettereraria e filosofica: una categoria estetica che risale all’antichità classica e successivamente al Romanticismo. Il concetto è correlato e contrapposto a quello di Bello.

Immanuel Kant, nella Critica del Giudizio, amplia il concetto distinguendo tra sublime dinamico (espressione della potenza annientatrice della natura, di fronte alla quale l’uomo prende coscienza del limite) e sublime matematico (che nasce dalla contemplazione della natura immobile e fuori dal tempo). Al primo tipo appartengono fenomeni spaventosi quali gli uragani o le grandi cascate, al secondo tipo gli spazi a perdita d’occhio del deserto, dell’oceano e del cielo. La contemplazione di tale spettacolo, nell’idea kantiana, induce la mente a prendere coscienza del proprio limite razionale e a riconoscere la possibilità di una dimensione sovrasensibile, da esperire sul piano puramente emotivo.
È in questo senso che il concetto di Sublime ebbe un impatto decisivo sull’estetica romantica.

Per Schopenhauer, il sentimento del Bello è semplicemente il piacere provato guardando un oggetto piacevole. Il sentimento del Sublime, invece, è il piacere che si prova osservando la potenza o la vastità di un oggetto che potrebbe distruggere chi lo osserva.

Fonte: Wikipedia

Fonte: My Science Academy: 30 abandoned places that look truly beautiful

In generale, My Science Academy pare sia da tener d’occhio anche per altri generi di contenuti.

Bosco verticale

In merito al discorso di come potrebbero apparire le città in un “futuro anteriore” vi vorrei segnalare il “bosco verticale” in fase di ultimazione a Milano ad opera dell’Arch. Stefano Boeri.

Si tratta di un edificio residenziale in un’area di Milano “bene” che sta avendo un enorme sviluppo edilizio, soprattutto di torri e grattaceli. Ho visitato gli appartamenti campione e sono rimasto un po’ deluso (in allegato alcune foto). A fronte di una grande portata teorica, e ad una ricerca accurata che traspare dal sito internet dello studio dell’arch. Boeri, l’impressione che ho avuto è che abbiamo piantato un paio di alberelli su delle terrazze poco più grandi del normale. Ma probabilmente sono stato suggestionato da dei piccoli alberi appena piantati ed ancora un po’ “spaesati” dalla loro collocazione. La cosa che mi chiedo è questa: si tratta di un operazione “green” puramente commerciale o una sperimentazione che potrebbe aprire nuovi scenari? Dal punto di vista visivo potrebbe apparire così una città nel “futuro anteriore”?

link al sito dello studio di architettura Stefano Boeri Architetti:
http://www.stefanoboeriarchitetti.net/?p=207&lang=it

alcune considerazioni di Laura Gatti (paesaggista ed agronoma):
http://www.lauragatti.it/2012/09/oltre-la-facciata-del-bosco-verticale/

Qui sotto alcune mie foto durante la visita agli appartamenti campione durante le ultime fasi del cantiere (aprile 2013)

bosco verticale_3  bosco verticale_2  bosco vertcale_1

L’Aquila

Per quanti non lo sapessero, fra gli obiettivi del progetto ospitato da questo sito c’è la realizzazione di un cortometraggio; quest’ultimo sarà prevalentemente ambientato a L’Aquila (anche se non se ne farà menzione esplicita). La scelta è legata al suo forte valore simbolico, rispetto al tema della ricostruzione.

Nell’attesa di pianificare una ricognizione sul posto, per individuare le prime location e iniziare a produrre un po’ di documentazione video e fotografica, ho iniziato a cercare distrattamente qualche immagine online e mi sono imbattuto in verso L’Aquila.

Non mi pronuncio sulla qualità del sito, in sé, ma ad un primo sguardo ho trovato interessanti la sezione dedicata al piano strategico e quella con le immagini.


Auditorium di Renzo Piano

Chiaccherando del corto con amici e colleghi, in merito alla ricostruzione de L’Aquila, ricorre il riferimento al progetto di Piano.
Alcuni accennavano al fatto che è stato progettato secondo criteri di sostenibilità. Stando a questo articolo:

La struttura adottata per tutti i cubi è realizzata con travi in legno alle quali sono collegati a secco pannelli composti da strati di legno lamellare. Questa tecnologia, conosciuta col nome di X-lam, permette di coniugare numerosi aspetti tra i quali un alto grado di sostenibilità, di risparmio energetico e rispondenza ai requisiti antisismici, i quali sono garantiti anche dalla collocazione di isolatori sismici elastomerici al di sotto della platea che sorregge la struttura lignea.
Nel trattamento esterno delle superfici il materiale protagonista è sempre il legno di abete, proveniente dalla regione del Trentino Alto Adige e sottoposto ai test di controllo previsti dall’istituto di ricerca IVALSA. Una trama di doghe orizzontali di colori differenti e termotrattate è stata collegata alla sottostruttura in modo da creare un’intercapedine e sfruttare i benefici del sistema di facciata ventilata.

Non sembra nulla di stupefacente ma meglio di nulla (designboom sottolinea l’impegno dicendo che hanno anche piantato 200 alberi per compensare il legno usato; qui l’articolo di Dezeen).
Per quanto riguarda la tecnologia X-lam (anche qui), sarebbe da capire che colle usa e, più in generale, che trattamenti subisce il legno.


Disegni

Lascio qui un appunto su Una carriola di disegni, segnalatomi da un caro amico che ha vissuto e studiato a L’Aquila, per diverso tempo. Da lì, sono finito anche qui.