Design Toolkit

Questa pagina raccoglie qualunque post venga scritto come scheda del Design Toolkit (e pubblicato nella categoria DesignToolkit).

Il Design Toolkit raccoglie/rà una varietà di schede, volte ad aiutare la progettazione consapevolmente e nel rispetto dei princìpi fondanti dello sviluppo sostenibile.
L’obiettivo è di offrire, con un approccio agile e modulare, spunti di riflessione, informazioni e riferimenti sui vari aspetti chiave della progettazione sostenibile.

La sezione è ancora in fase di sviluppo ed è probabile che vediate cambiamenti nel prossimo futuro.
Quando sarà attivo, il toolkit permetterà di navigare le schede in maniera interattiva.
Fino ad allora (appena sarà implementata la parte di navigazione e sarà pronto un numero sufficiente di schede) ci limiteremo a presentare una lista degli attuali inserimenti.



Hai considerato l’impronta ecologica dell’imballaggio del tuo prodotto? Hai valutato se e quanto sia strettamente necessario per il trasporto o l’esposizione per la vendita?

Ci sono aspetti del tuo progetto che è possibile risolvere emulando processi naturali?

La biomimetica o biomimesi è una disciplina che studia i processi biologici e biomeccanici della natura come fonte di ispirazione per il miglioramento delle attività e tecnologie umane.
Il concetto è stato estesamente approfondito e divulgato da Janine Benyus e ha ispirato un’innumerevole quantità di progetti.

Approfondimento
Nesta: Biomimicry. Biology inspires innovation

Come migliora la qualità dei sistemi ecologici il progetto che stai sviluppando?

Perché il progetto che stai sviluppando migliora la qualità dei sitemi ecologici?

Come migliora la qualità della vita sociale progetto che stai sviluppando?

Per il disassemblaggio del prodotto, si adottano principi o tecnologie di autodisassemblaggio (o disassemblaggio attivo)?

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vedi anche: Disassemblaggio

E’ possibile ripensare uno o più aspetti del progetto, in modo da migliorarne le prestazioni in termini di efficacia, piuttosto che di efficienza?

Efficacia ed efficienza sono concetti molto importanti, che generalmente si ritrovano nel mondo del lavoro in relazione alla pianificazione e al controllo delle attività. Non sono sinonimi: la prima indica la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato, mentre la seconda valuta l’abilità di farlo impiegando le risorse minime indispensabili.

Il prodotto in questione, può essere autoprodotto?

Con il termine “autoproduzione” si intende la cultura del “do it yourself” (DIY), cappello sotto il quale si riconduce anche la cultura dei “makers”. Tale attitudine e pratica è basata sulla condivisione delle competenze ed è dettata da molteplici motivazioni, principalmente di carattere economico e identitario, legati alla consapevolezza del valore e dei vantaggi del “saper fare” in senso materiale.

Perché il progetto che stai sviluppando migliora la qualità della vita sociale?

Quanto stimi possa essere lunga la vita del tuo prodotto?

Durante la fase di progettazione, vengono affrontati e sanciti anche i punti relativi alla natura del materiale, che sia biodegradabile o (quasi) indistruttibile, come pure l'”obsolescenza programmata” di un prodotto. Questi sono fattori molti sensibili a livello sistemico, poiché determinano la maggior parte del ciclo di vita del prodotto in questione, compresa la dismissione.

Durante il processo di produzione, c’è sfruttamento di risorse umane?

E’ previsto, nel progetto, che i materiali provengano da risorse rinnovabili?

Quanta energia è necessaria per lo smaltimento del prodotto? Quanta per un suo eventuale riciclo e trasformazione in semilavorato?

vedi anche: Efficienza energetica

Quale mezzo, per il trasporto del prodotto, è preferibile in termini di efficienza dei consumi?

vedi anche: Efficienza energetica

Quanta energia va spesa per l’accaparramento delle risorse necessarie alla manifattura del prodotto?

vedi anche: Efficienza energetica

Quanta energia è necessaria per la manifattura del prodotto? Esistono tecnologie più efficienti?

vedi anche: Efficienza energetica

Quanta energia è necessaria per alimentare il prodotto, mentre è in uso?

Particolarmente importante è la modalità d’uso di un oggetto da parte dell’utente: essa non può essere programmata in fase di progettazione. Ciò che però si può affrontare e controllare è la modalità di funzionamento del prodotto, quindi anche la quantità di energia necessaria al suo funzionamento (es. la comune lampadina a basso consumo o “Tiranny of the plug” progetto di Dick van Hoff ).

vedi anche: Efficienza energetica

E’ previsto che i futuri fruitori del prodotto siano inclusi nel momento della progettazione?

Si può definire il tuo progetto come un’architettura di sopravvivenza?

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Quant’è distante il luogo di produzione da quelli in cui vengono recuperati i materiali?

Al termine della vita del prodotto, di che entità sarà  stata la sua impronta energetica? sarà comparabile con la funzione per cui è stato concepito?

Il progetto è pensato per esser replicato o prodotto in diverse parti del mondo?

Nell’ottica dello sviluppo sostenibile, la versatilità della produzione è un aspetto capace di aumentare in modo consistente l’impronta ecologica del prodotto finito, grazie alla forte riduzione degli spazi da percorrere in tutte le fasi di trasporto, conseguenza diretta della decentralizzazione (della produzione).

Per la distribuzione del prodotto, sono previste soluzioni di trasporto a basso impatto ambientale?

Il prodotto finale è facile da usare? anche da diverse culture?

Bruno Munari in Design e comunicazione visiva scrive “Se l’immagine usata per un certo messaggio non è oggettiva, ha molte possibilità di comunicazione visiva: occorre che l’immagine usata sia leggibile a tutti e per tutti nello stesso modo altrimenti non c’è comunicazione visiva, anzi non c’è affatto comunicazione: c’è confusione visiva”.

Quanto sono abbondanti le risorse materiali previste nel progetto?

Il prodotto è fatto di un solo materiale?

Se viene considerato che ogni materiale ha un proprio ciclo di vita, il prodotto monomateriale riduce drasticamente la quantità di energia necessaria sia in fase di produzione che di smaltimento, proprio per la sua natura intrinseca.

E’ previsto, nel progetto, che i materiali siano facilmente reperibili?

Qualsiasi prodotto implica l’uso di materiali così come qualsiasi processo di produzione implica l’uso di energia. La fase relativa al reperimento dei materiali risulta più o meno efficiente in termini energetici in relazione alla difficoltà di approvvigionamento degli stessi. La scelta di un materiale è cruciale nello sviluppo di qualsiasi prodotto poiché ha ripercussioni sull’intero ciclo di vita dello stesso.

Il prodotto finale è facile da riparare?

E’ verosimile che un oggetto facile da riparare, venga riparato. Quando questo succede, esso continua ad essere usato, quindi ha vita più lunga rispetto a quella che avrebbe avuto se fosse stato progettato altrimenti. Implicando la rinascita dell’oggetto come possibilità produttiva, si allunga la vita del prodotto finale e contemporaneamente si riduce lo scarto.

Quanto è facile separare i componenti e i materiali del prodotto finale?

E’ verosimile che l’utente disassembli il prodotto finale quando risulta facile e un approccio progettuale, che tiene conto dei comportamenti umani, finisce per aumentare l’efficienza dei processi industriali. In questo caso il processo del riciclo ne giova poiché il momento del disassemblaggio viene fatto a monte, quindi viene decentralizzato, e in fabbrica può essere saltato.